Consiglio Pastorale Parrocchiale
Parroco - Presidente
ZOCCARATO DON MIRCO
Vice presidente
LAURA COSTA
Membri eletti Under 30
ELENA TREVISANELLO
ELISABETTA GALZIGNATO
FILIPPO MASETTOMembri eletti Under 50
OMAR BOTTARO
GIULIO GARDIN
Membri eletti Over 50
LUCA GIACON
VINICIO MASETTO
ROBERTO TREVISANELLO
Rappresentante Liturgia
PIERANGELA PINTON
Rappresentante Catechesi
ANNA PASUTO
Cooptata dal parroco
ORNELLA GARDIN
Rappresentante Scuola Dell'infanzia
ALESSIA MINOTTO
Rappresentante Comitato Festeggiamenti
DANIELE BOLDRIN
Rappresentante Centro Parrocchiale Associazione NOI
MAURO BELLO'
Rappresentante gruppo Caritas
MARISA CARRARO
Rappresentante Consiglio per la Gestione Economica
MARINO GASPARINI
Segretaria nominata dal Consiglio Pastorale
ILENIA FATTORE
1. Natura del Consiglio Pastorale Parrocchiale
«Il Consiglio Pastorale Parrocchiale promuove, sostiene, coordina e verifica tutta l'attività pastorale della parrocchia, al fine di suscitare la partecipazione attiva delle varie componenti di essa nell'unica missione della Chiesa: evangelizzare, santificare e servire l'uomo nella carità» (Statuto, art. 2). Il CPP non è primariamente un organismo di formazione, né di spiritualità, né di studio, ma il luogo dove si tracciano e poi si coordinano e si verificano le linee guida di tutta la vita della comunità parrocchiale in comunione con le altre comunità del vicariato e della Diocesi. La fisionomia di una comunità cristiana viva e corresponsabile si esprime concretamente nel CPP. Alla luce dell'ecclesiologia di comunione il CPP dà visibilità a una comunità che cammina insieme nella complementarietà delle diverse vocazioni e condizioni di vita.
2. Finalità [consigliare] e metodo [discernimento comunitario]
Il CPP è il primo e principale luogo dove la comunità cristiana, per
vivere e comunicare il Vangelo, attua il "discernimento comunitario",
perché la Chiesa «è inserita nel tempo che scorre dalla Pentecoste alla
Parusia, e, attenta ai "segni dei tempi", deve annunciare e offrire il
Vangelo della salvezza agli uomini del proprio tempo» (Antonio Mattiazzo, Il Consiglio Pastorale, p. 23). È fondamentale prendere consapevolezza di questi aspetti del CPP:
sono le condizioni che determinano per la sua riuscita o il suo fallimento.
Occorre evitare il rischio di pensare e impostare il CPP con criteri
esclusivamente sociologici. Esso va invece collocato sempre più nella
prospettiva dell'ecclesiologia di comunione, curando la scelta delle
persone, il metodo di lavoro, i passaggi procedurali e i contenuti/temi
da affrontare.
Il CPP, attraverso il metodo del "discernimento comunitario", svolge il
suo compito di "consigliare" a nome della comunità chi la presiede,
il parroco.
3. Le competenze del Consiglio Pastorale Parrocchiale
Tra i compiti del CPP occorre innanzitutto rilevare:
• all'inizio dell'anno pastorale l'elaborazione del programma della
comunità parrocchiale o dell'Unità pastorale alla luce degli Orientamenti diocesani e in comunione con il vicariato. In alcune particolari circostanze è utile o addirittura necessario che il CPP convochi un'assemblea parrocchiale oppure tutti gli operatori pastorali o
gli operatori di un particolare ambito.
• Compete al CPP avere cura che, nella comunità cristiana, la comunicazione della fede sia assunta come compito proprio e prioritario
in tutti gli ambiti/settori e da parte di tutti i soggetti di pastorale,
ciascuno nel suo specifico, promuovendo uno stile di sinodalità
in cui sia operativamente attuata la corresponsabilità ecclesiale. In
questo senso le indicazioni che il CPP elabora diventano le linee di
riferimento per gli operatori pastorali (per i gruppi di servizio e di
formazione) ai quali spetta l'esercizio della ministerialità.
• Il CPP è il punto di raccordo (comunione reale) tra tutte le realtà
presenti in parrocchia: per affrontare problemi di fondo che superano la competenza e la possibilità di un singolo gruppo o di un
singolo settore; per concordare il programma e il calendario delle
attività. I vari gruppi (annuncio/catechesi, liturgia, carità, formazione, servizio), e tutte le altre realtà legate alla parrocchia sono invitate a sintonizzare il proprio programma e attività al cammino della
comunità parrocchiale e alla programmazione coordinata dal CPP.
• È importante che il CPP abbia anche il respiro del vicariato e della
Diocesi: spetta a esso infatti tradurre localmente tutto quello che
matura a livello vicariale e diocesano. Dall'altra parte, il CPP si farà
anche interprete delle istanze locali presso il vicariato e la Diocesi.
Si tratta di una importante interazione "ecclesiale" e "pastorale". Il
CPP si deve particolarmente impegnare in un rapporto vivo con il
vicariato, da intendere secondo il principio della sussidiarietà.
• Con il mandato per il quinquennio 2018-2023 occorre considerare
il rapporto necessario che intercorre tra Consiglio Pastorale Parrocchiale e Consiglio Parrocchiale per la Gestione Economica (CPGE),
definito dalle Norme per la costituzione e l'attività del CPGE per il
mandato quinquennale 2013-2018. In particolare spetta al Consiglio Pastorale Parrocchiale appena costituito indicare i membri del
CPGE, secondo le suddette norme.
4. Composizione del Consiglio Pastorale Parrocchiale
Il numero ottimale dei membri del CPP va stabilito prima delle consultazioni. Il criterio è di costituire un Organismo che sia sufficientemente rappresentativo della comunità e delle realtà che la compongono e
insieme possa essere efficace nello svolgere il suo ruolo.
Indicativamente (membri eletti e membri designati dagli ambiti parrocchiali, esclusi quelli di diritto e i nominati dal parroco):
• parrocchia inferiore a 3000 abitanti: non oltre 12 membri;
• dai 3000 ai 5000 abitanti: non oltre 15 membri;
• sopra i 5000 abitanti: non oltre 20 membri.
Si tenga presente che i consiglieri che faranno parte del CPP entreranno a titolo diverso (Statuto, art. 5):
• membri di diritto:
- il parroco in quanto presidente;
- inoltre, se presenti in parrocchia, il vicario parrocchiale, il diacono, il rappresentante delle comunità religiose, il presidente
parrocchiale dell'Azione cattolica;
• membri eletti dalla comunità;
• membri designati:
rappresentanti di ambiti significativi in parrocchia:
- non ciascun gruppo operante o realtà costituita nell'ambito della parrocchia va rappresentato in CPP;
- possono essere rappresentati quei gruppi/realtà che esprimono
le scelte pastorali più rilevanti, assolutamente indispensabili, per
cui il CPP uscente raggruppi più gruppi/realtà, secondo criteri di
integrazione pastorale, in modo che ciascun raggruppamento
esprima un unico rappresentante in CPP;
- esclusi i membri di diritto e quelli di nomina da parte del parroco, il numero dei membri va così distribuito: il numero degli
eletti dalla comunità non inferiore ai due terzi; i rappresentanti
di ambito non superiori a un terzo;
• membri nominati:
- eventualmente, se lo ritiene opportuno, il parroco può nominare
uno o due membri.
• dopo che il Consiglio Pastorale Parrocchiale si è costituito e, a sua
volta, è stato formato anche il Consiglio parrocchiale per la Gestione economica (CPGE) - (vedi le Norme per la costituzione e l'attività del CPGE per il mandato quinquennale 2018-2023) - diventerà
membro del CPP anche un rappresentante del CPGE, il vice amministratore, designato dal parroco dopo consultazione dei membri
del CPGE.
5. La prima convocazione e gli incarichi interni
Alla prima convocazione del nuovo CPP si procede alla scelta del vicepresidente (il presidente del CPP è sempre il parroco), del segretario
(può essere esterno al Consiglio oppure uno dei consiglieri eletti o designati) e di almeno due consiglieri per la presidenza (uno tra i membri
eletti dalla comunità e l'altro tra i rappresentanti degli ambiti). Dopo
aver considerato il numero delle preferenze già ricevute, si procede
per votazione (non è bene fare semplicemente per acclamazione).
Il parroco presidente, il vicepresidente, il segretario e i due consiglieri
formano la presidenza del CPP (cfr. Statuto, art. 10) che ha il compito
di predisporre gli incontri del CPP, stendendo l'o.d.g. ed eventualmente prevedendo l'invito di esperti o di altre persone interessate e coinvolte in qualche punto all'o.d.g.
Spetta alla presidenza: curare che il verbale delle riunioni sia sistematicamente steso e poi approvato; curare i rapporti con la comunità,
attraverso efficaci comunicazioni, dialogare con i vari gruppi e realtà
parrocchiali, rendere operativo quanto maturato in CPP.
Le schede con cui si è votato non vanno custodite, ma va redatto e approvato il verbale con l'esito delle votazioni comprendente la lista dei
candidati con numero di preferenze: capiterà, infatti, che nel corso del
mandato qualche consigliere debba essere sostituito. In questo caso
saranno interpellati i primi non eletti. I gruppi e le realtà rappresentati
in CPP, invece, sceglieranno al loro interno volta per volta il loro rappresentante.
I consiglieri devono essere informati sui loro compiti, i doveri e gli impegni che si assumono, così come sintetizzato in questo documento ai
nn. 1, 2, 3 (cfr. anche Statuto, art. 3 sul carattere consultivo, art. 4 sul
carattere rappresentativo e art. 9 circa l'assemblea).
I consiglieri hanno l'obbligo morale di fronte alla comunità di partecipare alle convocazioni del CPP. In caso di impedimento sia avvertita la
presidenza, la quale provvederà a far pervenire il materiale necessario
e a informare dei lavori svolti.
6. Durata del mandato
Secondo le indicazioni della Diocesi il CPP rimane in carica per cinque anni. Tutti i CPP saranno rinnovati nei tempi che saranno indicati dalla Diocesi. Nel caso di situazioni particolari che richiedono un prolungamento del mandato precedente, la parrocchia ne farà richiesta per scritto al Vicario per la Pastorale, indicandone i motivi. Un consigliere che non partecipi alle convocazioni per tre volte consecutive senza giusto motivo, decade dal suo mandato e viene sostituito dalla presidenza del CPP, tenuto conto se è un membro eletto dalla comunità o un membro designato in rappresentanza di gruppi/realtà parrocchiali. Di questi cambiamenti deve sempre essere informato il Consiglio intero (cfr. Statuto, art. 16).
7. Le convocazioni del CPP
Il CPP deve essere convocato almeno cinque volte all'anno. È bene
che le date delle convocazioni siano fissate e comunicate ai consiglieri all'inizio dell'anno. Durante l'anno per questioni importanti possono essere richieste convocazioni straordinarie.
L'ordine del giorno è decisivo per il buon funzionamento del CPP e
va curato con attenzione da parte della presidenza in modo che sui
temi indicati sia possibile un reale confronto, che avviene attraverso il
metodo del discernimento comunitario.
Il CPP viene convocato sempre dal parroco presidente unitamente al
vicepresidente per iscritto, con ordine del giorno concordato in presidenza, con un numero sufficiente di giorni di anticipo per permettere
ai consiglieri di prepararsi.
Con la convocazione è importante far pervenire a tutti i consiglieri la
sintesi dell'incontro precedente e il materiale per la eventuale documentazione sugli argomenti in o.d.g.
I consiglieri hanno facoltà di proporre alla presidenza, formalmente e
per iscritto, argomenti da porre all'o.d.g.
8. Le riunioni del Consiglio Pastorale Parrocchiale
Il CPP si riunisce nel giorno e nell'ora stabiliti, preparando anche con cura e decoro la sala del Consiglio Pastorale Parrocchiale. Le riunioni normalmente sono presiedute dal parroco in quanto presidente, coadiuvato dal vicepresidente il quale è chiamato a svolgere il compito di moderatore. Alle riunioni del CPP partecipano solo i consiglieri; altre persone possono essere invitate di volta in volta secondo gli argomenti che vengono trattati e in accordo con la presidenza. Il segretario predispone tutto ciò che è necessario; prende nota di quanto emerge e, alla fine, stende un verbale di sintesi che faccia sempre il punto della situazione e raccolga quanto emerso e concordato (questo foglio sarà poi recapitato ai consiglieri per una verifica di completezza e di correttezza, con la convocazione della riunione successiva). Le riflessioni e le decisioni del CPP vanno riferite alla parrocchia su indicazione della presidenza del CPP. In ogni riunione si raccolgano le firme di presenza.
9. Il ruolo del consigliere
Ciascun membro del CPP è responsabile di tutta la vita comunitaria:
non è in CPP per sostenere solo le istanze di gruppi o di ambiti che
rappresenta. Ciò che unisce non può essere un compromesso tra le
diverse sensibilità, ma il progetto di comunità che si intende costruire.
Va ribadita ancora una volta la bontà delle indicazioni metodologiche
del "discernimento comunitario" (cfr. il fascicolo edito nell'anno pastorale 2008-2009: Il discernimento comunitario, a cura dell'Ufficio di
Coordinamento pastorale e dell'Istituto San Luca).
10. Consiglio Pastorale Parrocchiale e incarichi politici o istituzionali
La comunità cristiana non può né ignorare né sottovalutare il contesto
culturale, sociale e politico in cui vive. Per questo il CPP dedica specifica attenzione alla promozione del bene comune nell'ambito del
territorio.
In riferimento a coloro che prestano il loro servizio nella politica, nelle
istituzioni e nell'amministrazione civile, si ritiene necessario garantire
loro condizioni di autonomia e di rispetto, per cui occorre attenersi
alle seguenti determinazioni:
• Non possono essere eletti in CPP coloro che, in occasione delle
designazioni tramite votazione, ricoprano mandati parlamentari o
nei consigli comunali, provinciali, regionali, incarichi di sindaco o
presidente o componente delle giunte comunali, provinciali, regionali e incarichi di presidente di circoscrizioni comunali, o abbiano
incarichi negli organi decisionali di partiti politici o di organizzazioni tese a finalità direttamente politiche.
• Chi è membro del CPP e decide di candidarsi a uno dei ruoli sopra
indicati è tenuto a: rassegnare le dimissioni dal CPP in caso di candidatura a sindaco; autosospendersi temporaneamente per tutte le
altre candidature.
• L'autosospensione permette il reintegro in caso di non elezione. Per
i candidati sindaco, poiché l'elezione a consigliere avviene nella
maggior parte dei casi, le dimissioni sono immediate.